Birra artigianale, dal malto al bicchiere

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Amici di Gambrinus buongiorno! Con questi caldi una bella birra fresca diventa un piacevole toccasana! Se la birra poi è pure artigianale assistiamo proprio ad un’esperienza gustativa ed olfattiva unica. Ma vi è mai capitato mentre vi gustate questo nettare di chiedervi come si possa arrivare a questo prodotto da un cereale, acqua e pochi altri ingredienti?

Allora perché non lo chiediamo a Fabrizio, Mastro Birraio del Birrificio Red Jack Brewing (del quale potete trovare i prodotti su eChiantishop)? Assaporando le sue birre si può dedurre come egli svolga molto bene la sua passione di Mastro Birraio e sia una persona indicata a spiegarci come funzioni tutto il processo, ovviamente in maniera esaustiva ma sintetica sia perché si rischia di scendere troppo nello specifico (e si sa, l’ottimo è nemico del buono) sia perché alcuni segreti sono e resteranno del Mastro Birraio!
L’impianto di produzione è caratterizzato dal mulino per la macinazione del malto, dalla “sala cottura” (bollitore con dei filtri particolari), dai fermentatori, dal gruppo refrigerante e dalla linea di imbottigliamento (imbottigliatrice ed etichettatrice)

Materie prime: luppolo, malto d’orzo ed eventuali spezie. I luppoli vengono acquistati soprattutto dall’estero, viene fatto un grande uso di luppoli americani, inglesi mentre quelli di difficile reperibilità (ad esempio quelli australiani) vengono utilizzati meno frequentemente perché ovviamente non è possibile garantire una produzione a lungo termine. Attualmente è in atto il tentativo di coltivare il luppolo per provare in futuro a produrre birre con luppoli nostrani. I luppoli vengono acquistati in forma di pellet, sia per una resa migliore rispetto al fiore, sia per una più agevole manipolazione. Il fiore viene utilizzato solo per produzioni particolari (bisogna stare attenti perché il rischio è di ottenere un prodotto poco amaro o viceversa una bevanda amarissima!).

Il malto viene acquistato in grani e macinato il giorno prima per essere utilizzato il giorno seguente, così come l’acqua viene scaldata il giorno precedente. La prima fase è quella dell’ammostamento ossia aggiungere il malto all’acqua calda (questo avviene a varie temperature e vari step), il prodotto ottenuto viene filtrato tramite una griglia: si ottiene così il mosto, il quale viene convogliato in un bollitore per la fase di bollitura, in cui al mosto in ebollizione viene aggiunto il luppolo ed eventuali spezie.

La fase successiva alla bollitura viene chiamata Whirpool, in cui il mosto tramite una pompa viene aspirato e immesso nuovamente dentro il bollitore in modo da formare un mulinello per permettere alle sostante più pesanti (luppolo, proteine coagulate) di depositarsi sul fondo del bollitore. Il mosto così chiarificato viene raffreddato tramite un sistema di scambio di calore (acqua fredda-mostro caldo per poi ottenere acqua calda-mostro freddo). Successivamente il mosto freddo viene trasferito nei fermentatori nei quali viene aggiunto il lievito per far avvenire la fermentazione.
Avvenuta la fermentazione il prodotto ottenuto (finalmente lo possiamo chiamare birra!) viene imbottigliato ed etichettato! Il processo in totale può durare circa 8-10 giorni.
E dopo questa sintetica ma spero esaustiva descrizione non ci resta che testare se la linea di produzione è stata rispettata attraverso una degustazione brassicola, ovviamente solo per controllo…

Pace e Birra!

Niccolò Maggini

 

foto profilo facebook Red Jack Brewing