Il Vintage che piace!

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Quando compriamo una birra spesso ci chiediamo: quando scade? Si rovinerà se non la bevo entro poche settimane? Sono felic

e di informarvi che anche le birre invecchiano! Non necessariamente nelle botti, bensì in bottiglia, come accade per i vini più pregiati. Non tutte le birre invecchiano con profitto però! Quali devono essere le caratteristiche di una birra da invecchiamento?

Innanzitutto possono diventare invecchiate o addirittura stravecchie tutte le birre a fermentazione spontanea (ad eccezione della “Faro”), ma anche le birre ad alta fermentazione rifermentate in bottiglia, tranne quelle meno alcoliche. Lo scettro però appartiene ai Barley Wine, detti anche “vino d’orzo”, che si caratterizzano per il forte tenore alcolico (che comporta una schiuma pressoché assente), per tutte le tonalità di colore dall’ambrato al tonaca di frate e per il corpo assai strutturato: essi sono per antonomasia le birre da invecchiamento.

In questo contesto è importante ricordare che l’alcol ed il luppolo hanno un elevato potere conservante, e quindi quando in una birra queste caratteristiche vengono meno si riduce la capacità di conservazione e quindi la possibilità di invecchiare con qualità. Inoltre in birre ad alta fermentazione una parte zuccherina molto abbondante non ancora fermentata può nutrire i lieviti per svariati anni.

Non solo la tipologia di birra è un elemento che caratterizza una birra da invecchiamento, anche il formato del contenitore riveste un ruolo di rilievo: le bottiglie da tre quarti vanno meglio rispetto a quelle da un terzo (gusto e aromi si evolvono meglio e in un tempo minore).frescobaldi-85896

Dove conservare le nostre amate birre vintage? L’ideale sarebbe una cantina asciutta, senza luce e con una temperatura possibilmente costante o al massimo con oscillazioni tra i 15 e i 18 gradi.

La birra da invecchiamento, oltre allo stupore che suscita in chi ha la fortuna di potersela gustare, permette anche di effettuare quella che viene chiamata “degustazione verticale”, ossia un’analisi organolettica, visiva, olfattiva, gustativa e retrolfattiva di una stessa birra imbottigliata in annate diverse.

L’ultima considerazione la lasciamo a Stefano Baladda, pioniere delle birre da invecchiamento (infatti il vostro Apostolo che vi scrive ha appreso tutte queste nozioni da Stefano e dai libri di Franco Re), riguardo al suo modo di concepire e giudicare una birra: “la birra è come la vita umana. Da neonata ha tutti i lieviti a disposizione, proprio come un bambino ha tutta la vita davanti a sé; dopo due o tre anni conquista tutte le caratteristiche di maturità e di esperienza di un quarantenne e dopo sei o sette anni è corposa ma in un certo senso ritorna bambina, proprio come un ottantenne”. (Birra, oltre la schiuma c’è di più, Franco Re e Silvana Giordano, Mariotti Publishing)

 

Questo è il vintage che ci piace!!!

 

Pace e Birra!

Niccolò Maggini